Torino, 18 aprile 2023
In tempi in cui il commercio segna il passo e la dimensione dei grandi centri commerciali è diventata una palla al piede delle città costrette ad ospitarli a Torino ci ritroviamo con un nuovo centro commerciale di enormi dimensioni: 270.000 mq di negozi, ristorazioni e servizi. Davvero qualcosa di cui non si sentiva il bisogno.
Stiamo parlando di To Dream, il nuovo centro commerciale che va ad incidere su un’area già intasata di attività legate alla grande distribuzione e alla ristorazione come quella dell’asse tra Torino e Settimo Torinese. Per costruire questo nuovo centro commerciale è stata cancellata la precedente esperienza legata prima ad Auchan e poi a Conad, svelando uno dei tanti retroscena dell’accordo tra i due marchi. E’ evidente a chiunque che l’aspetto principale di questo progetto è la valorizzazione di aree in parte industriali e in parte commerciali con un “nuovo” prodotto che alzerà il valore dei terreni. Dietro ai lucidi con i quali si presenta To Dream sul sito di riferimento ci sono i numeri delle lavoratrici e dei lavoratori che sono stati mandati a casa in questi anni dai due marchi coinvolti in quest’area con la giustificazione della crisi del polo commerciale precedente.
Oggi chi lavorerà in questo progetto sarà una lavoratrice o un lavoratore meno costoso per le aziende e che dovrà subire tutti gli effetti negativi del progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro nella grande distribuzione e nella ristorazione. Non abbiamo intenzione di restare a guardare l’ultimo sfregio che i marchi della GDO intendono assestare alle lavoratrici ed ai lavoratori di questa città che hanno bisogno di posti di lavoro pagati decentemente e di orari compatibili con la loro vita.
In quest’area si lavorerà dal lunedì alla domenica dalle 9.30 alle 20.30 per la parte commerciale e dalle 9.30 alle 23.30 per la parte di ristorazione. Naturalmente tutto pagato in orario ordinario, feste e domeniche compresi. Ciliegina sulla torta To Dream resterà aperto il 25 aprile e il Primo Maggio.
Come sindacato saremo presenti il Primo Maggio lì davanti in sciopero per denunciare che le piramidi costruite dai moderni faraoni sono costruite sul sudore e sul sangue delle lavoratrici e dei lavoratori. Il Primo Maggio non è una giornata di festa, ma un giorno di lotta.
Il vostro sogno non diventerà il nostro incubo.