Solidarietà ad Alfredo Cospito: tutte libere, tutti liberi. Contro il 41 bis.

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Il trattamento riservato ad Alfredo Cospito, un caso di banalità del male.

Di fronte a una situazione come quella che vive Alfredo Cospito, a un’applicazione distorta dallo stesso punto di vista della legge del 41 bis, alla ferocia si aggiunge l’ipocrisia e la strumentalità politica. PRIMA si impone una misura, di per sé forzata, pensata contro la criminalità mafiosa a un militante politico in nessuna maniera assimilabile a questa criminalità, POI si afferma che riconoscere l’illegittimità di quanto si è fatto significherebbe fare un favore ai mafiosi e, sulla base di questo paralogismo si condanna Alfredo alla morte. Il capo del governo, nel tentativo di nobilitare il proprio comportamento, si spinge ad affermare che non è in gioco l’interesse del governo ma quello dello Stato, che non si comprende da cosa sarebbe minacciato e, immediatamente dopo, i suoi più stretti collaboratori utilizzano la vicenda per dare vita a una polemica volgare e strumentale contro un partito dell’opposizione.

Per di più si è arrivati al punto di perquisire la sede di un sindacato, l’USB, “colpevole” di uno striscione di solidarietà ad Alfredo.

Gli eroi della campagna contro Alfredo Cospito dimostrano appieno in questo modo la loro natura di grigi burocrati della repressione, la loro indifferenza ai più semplici principi di umanità e di sensibilità etica. Non che la cosa ci stupisca ma riteniamo giusto dire apertamente che questo comportamento è inaccettabile.

Nei fatti questa vicenda è l’esempio più estremo di una deriva autoritaria e di un conseguente attacco alle libertà. Per queste ragioni la mobilitazione per sottrarre Alfredo Cospito al 41 bis deve continuare sino all’ottenimento del risultato.